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NOTIZIE

11 Marzo 2022

Bonus fiscali, la discriminazione del Ministro Orlando

Ventricelli, Confimi Edilizia: "A rischio migliaia di aziende"

La norma propone una sorta di bollino di appartenenza per chi deve accedere alle leve fiscali, spazzando via in un colpo solo la qualità del lavoro e l'onestà di migliaia di aziende che avrebbero il solo torto di non appartenere al circolo eletto. L'Huffpost ha pubblicato un articolo a firma del Presidente di Confimi Edilizia Sergio Ventricelli. Qui di seguito il link per poterlo leggere https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/03/10/news/bonus_fiscali_solo_per_chi_possiede_determinati_contratti_nazionali-8932478/

04 Marzo 2022

Bonus e CCNL, lettera al Ministro Orlando: “Logica inaccettabile”

Confimi, Federcepicostruzioni, FederTerziario e Finco chiedono un incontro

Si allarga la protesta per il vincolo dell’applicazione del CCNL del settore edile per l’accesso ai bonus edilizi, stabilito dal D.L. 13/2022 per i lavori di importo superiore a 70 mila euro. Dopo la presa di posizione del sindacato UGL, quattro sigle rappresentative del mondo delle costruzioni – Confimi Industria, Federcepicostruzioni, FederTerziario e Finco – hanno scritto una lettera congiunta al Ministro del Lavoro Orlando per chiedere un incontro urgente sulla questione. Secondo i sottoscrittori della lettera, il provvedimento in questione “configura, sotto diversi profili, una gravissima asimmetria di trattamento tra i soggetti interessati alla vicenda”. L’applicazione, di fatto, di un unico contratto collettivo si traduce infatti in una “indebita limitazione della libertà sindacale e contrattuale”, che nulla ha a che vedere con la lotta contro i cosiddetti “contratti pirata”. Né con il contrasto agli infortuni sul lavoro, tema che “necessita di provvedimenti, non certo del tutto discriminatori come quello di cui trattasi, che colgano il vero nodo che è costituito dalla qualificazione delle imprese (e, nelle opere pubbliche, delle Stazioni Appaltanti).” Non possiamo non rilevare inoltre una assoluta schizofrenia per quanto riguarda la prevenzione sia della sinistrosità che del malaffare: da un lato infatti si richiede l’applicazione del “Contratto Unico” (e nel settore pubblico si è giunti alla aberrazione - da esaminare sotto il profilo costituzionale - di affidare alle Stazioni appaltanti la scelta del Contratto Collettivo di Lavoro da applicare da parte delle imprese esecutrici dei lavori in ambito PNRR); dall’altro, si consente che una stessa impresa possa aggiudicarsi un appalto e poi subappaltarne l’esecuzione al 100 per cento, senza neanche curarsi più di rispettare il massimo ribasso del 20% tra appalto e subappalto, con buona pace della sicurezza e della qualità delle opere. Le quattro sigle contestano anche le modalità con cui è stata assunta la decisione, ascoltando soltanto “le parti sociali direttamente interessate al Contratto Unico di cui trattasi”. Per questo chiedono al Ministro un incontro urgente.

25 Febbraio 2022

BONUS FISCALI SOLO PER CHI POSSIEDE DETERMINATI CONTRATTI NAZIONALI

Ventricelli, Confimi Edilizia. "Abuso legislativo gravissimo. Intervenire subito."

"Dopo decenni di stagnazione, il settore delle costruzioni in Italia sta tornando competitivo, grazie all'impegno di migliaia di imprese coraggiose e, soprattutto, alle tante leve fiscali in atto. Ora, però, si scopre che questa competitività non dev'essere per tutti, ma solo per alcuni. Tutto ciò è gravissimo e inammissibile. Si intervenga, immediatamente, per ripristinare lo stato di diritto" Così il presidente di Confimi Edilizia Sergio Ventricelli, commentando la decisone di venerdì scorso del Consiglio dei Ministri, che ha dato via libera alla norma proposta dal ministro del Lavoro Orlando, in base alla quale i suddetti bonus non potranno essere riconosciuti per i lavori edili 'eseguiti da datori di lavoro che non applicano i contratti collettivi del settore edile, nazionale e territoriali, stipulati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale' . "Questo provvedimento - prosegue Ventricelli - propone, di fatto, una sorta di bollino di appartenenza, terzo e discriminante, per chi deve accedere alle leve fiscali, spazzando via in un colpo solo la qualità del lavoro e l'onestà di migliaia di aziende che avrebbero il sol torto di non appartenere al circolo eletto. Per di più, come se questo non bastasse, nel medesimo aberrante provvedimento si precisa che le nuove norme obbligano le imprese non solo ad aver firmato un contratto collettivo nazionale, ma che tale contratto dev'essere firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi. Ci domandiamo, a questo punto, quali sarebbero i sindacati più rappresentativi? E, soprattutto, in base a cosa verrebbe attribuita la maggior rappresentatività?" Nel provvedimento, inoltre, si legge che 'il contratto collettivo applicato deve essere indicato nell’atto di affidamento dei lavori e riportato nelle fatture emesse in relazione all’esecuzione dei lavori'. Secondo lo stesso Orlando 'un passo importante per il settore e, più in generale, in termini di utilizzo della spesa pubblica per migliorare la qualità del lavoro, per assicurare il rispetto dei diritti garantiti dalla contrattazione collettiva su salario, orario, ferie e malattie, ma anche formazione e maggiore sicurezza. "Dunque - conclude Ventricelli - a ben comprendere le parole del Ministero del Lavoro, dicastero preposto a favorire la l'impiego delle risorse umane, indicano chi, e perché, deve poter lavorare, commettendo un arbitrio senza precedenti. Ciò non bastasse, viene indicata l’Agenzia delle Entrate, per la verifica dell’indicazione del contratto collettivo applicato, col supporto dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dell’Inps e delle Casse Edili, quest'ultime un altro storico circolo di eletti a numero chiuso. Infine, solo perché - evidentemente - sarebbe stata del tutto incostituzionale, si decide che la suddetta disposizione non si applica ai lavori già avviati alla data di entrata in vigore del medesimo provvedimento. Appare chiaro, che ci troviamo di fronte alla volontà di decidere motu proprio chi deve poter essere ammesso a questa ripresa e chi no. Come Confimi Edilizia stigmatizziamo, fortemente, tale provvedimento, chiedendo al Presidente del Consiglio Draghi e al Presidente della Repubblica Mattarella di intervenire, senza indugi, nel correggere un tale gravissimo abuso, ripristinando un equilibrio normativo e sociale, che dovrebbe sempre essere garantito nelle attività legislative di un paese democratico come l'Italia".

27 Gennaio 2022

PNRR, ALTRI 905 MILIONI DI EURO PER IL PERIODO 2022-2026

Verranno destinati a ulteriori progetti di rigenerazione urbana

Ci sono ulteriori 905 milioni, relativi al periodo 2022-2026, da destinare a rafforzare gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale già varati in attuazione del Pnrr. Lo ha stabilito il Governo, accogliendo la proposta avanzata da Massimiliano Fedriga (presidente dalla Conferenza delle regioni), Antonio Decaro (presidente Anci) e da Michele De Pascale (presidente Upi), per imprimere un forte sviluppo alle economie locali rispondendo alle esigenze di tutti i territori regionali. Di fatto, con questo nuovo provvedimento, la ridistribuzione dei fondi Pnrr ai Comuni significa l'arrivo di ulteriori risorse, che permetteranno di finanziare progetti già previsti, liberando così quelle proprie delle amministrazioni locali, già stanziate nel bilancio o gli eventuali mutui accesi.