08
Maggio
2023
08 Maggio 2023
Nuovi aggiornamenti negli ultimi giorni riguardano le regole da seguire per ottenere il Durc di congruità. Infatti, la Commissione nazionale paritetica ha chiarito determinate lacune con delle Faq. Il DURC di congruità per la manodopera in edilizia (Dl 76/2020, articolo 8 comma 10-bis) certifica la coerenza tra l’impiego di lavoratori in un cantiere e il valore del progetto da realizzare, nell’ambito dei lavori pubblici e per quelli privati di valore superiore a 70mila euro, in appalto o subappalto, o per lavoratori autonomi connessi a tali interventi. Tra le norme più importanti segnalate nell’aggiornamento del 2 maggio, c’è la regolarizzazione dei cantieri a fine lavori con la richiesta del Durc di congruità. In caso contrario, dal primo giorno del mese successivo alla chiusura del cantiere, il sistema invierà automaticamente una pec con l’invito a provvedere alla regolarizzazione entro 15 giorni. Il piano di regolarizzazione prevede da parte dell’impresa affidataria il versamento di alcune somme corrispondenti alla manodopera mancante affinché si raggiunga la manodopera necessaria. Qualora l’impresa manchi nella regolarizzazione della sua posizione nei termini previsti, questa verrà segnalata alla BNI (banca dati nazionale delle imprese irregolari). Questo porterà una maggiore attenzione sulle successive verifiche di regolarità contributiva e potrebbe portare al non ottenimento del Durc online. Quest’ultimo potrà essere richiesto attraverso una nuova attestazione che porterà al versamento delle somme dovute senza, però, possibilità di rateizzazione.
12
Aprile
2024
12 Aprile 2024
"L'Europa ci chiede di rendere Green il nostro patrimonio edilizio. Un
principio ambientale condivisibile e una nuova occasione per le nostre
aziende, ma non si commettano gli errori procedurali del Superbonus".
Così il presidente di Confimi Edilizia Sergio Ventricelli a margine
della decisone dell’Ecofin che ha chiuso il lungo percorso della
direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive) con il no
dell’Italia che ha espresso voto contrario. Una norma quadro che
definirà le regole per la riqualificazione energetica degli immobili di
tutta Europa da qui al 2050.
"Come Confimi Edilizia - continua Ventricelli - abbiamo sempre sostenuto
le giuste azioni per l'efficientamento energetico del nostro patrimonio
immobiliare. Lo dobbiamo anche per i nostri figli e chi verrà dopo di
loro. Pur tuttavia, il voto contrario del nostro paese lascia
intravedere i dubbi relativi all'impatto economico che questo percorso
genererà. Da quanto apprendo, i paesi membri dovranno ora definire dei
piani attuativi per la riduzione dei consumi del loro patrimonio
edilizio residenziale, con il 2050 individuato come anno di
completamento del percorso. E, dunque, si proceda al meglio, lavorando
con qualità e pragmatismo, facendo tesoro dei recenti problemi legati ai
bonus edilizi, strutturando un percorso realmente virtuoso tra politica
e mondo reale. Confimi Edilizia è pronta a dare il suo contributo,
offrendo anche le buone prassi delle proprie imprese, che hanno agito al
meglio in questi anni".
27
Marzo
2024
27 Marzo 2024
Il Consiglio dei Ministri approva a sorpresa un nuovo decreto sui bonus edilizi, portato fuorisacco. Scompare lo sconto in fattura, arriva la dichiarazione preventiva, vengono bloccate le compensazioni con l’agevolazione Ace (che riguarda le imprese), i crediti vengono prima compensati con le eventuali ’cartelle’ degli accertamenti fiscali. Le misure - dice il ministro delle Finanze Giorgetti - «sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità». Di fatto una chiusura sui rischi futuri e i cui effetti attuali «potremo definitivamente - continua il Ministro - contabilizzare tra pochi giorni quando si caricherà la finestra per tutte le fatture e i lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023». La decisione arriva guardando alle nuove previsioni che il governo farà a breve con il Def, in aprile, e per le quali si attende anche la valutazione da parte di Eurostat dei criteri di contabilizzazione dei bonus. Le indiscrezioni parlano di ulteriori sforamenti per 10 miliardi. Salta anche la regolarizzazione “in bonis”, con mini sanzioni, previste per mancate comunicazioni fino al 15 ottobre. C’è poi la comunicazione preventiva «per avere - prosegue il Ministro - un monitoraggio anticipato del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate». I crediti, poi, verranno sottratti prima dai “debiti”, cioè dai ruoli iscritti nelle cartelle esattoriali in via definitiva. E poi arriva una nuova limitazione che blocca un meccanismo di frode appena individuato: «C’è la limitazione della cessione del credito Ace, perché abbiamo iniziato a notare un utilizzo fraudolento su questa agevolazione che peraltro è eliminata dalla riforma fiscale», conclude Giorgetti.