24
Aprile
2020
24 Aprile 2020
Confimi Edilizia ha incontrato in video chat il Senatore Salvatore Margiotta, Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per un confronto costruttivo sulle necessità del settore messo ulteriormente a dura prova dall'emergenza economica che sta vivendo il paese. Il Sottosegretario Margiotta ha ascoltato gli interventi della delegazione di Confimi guidata da Sergio Ventricelli, presidente di Confimi Edilizia, Fabio Ramaioli DG di Confimi Industria, Nicola Fontanarosa componente di giunta della categoria e Anna Danzi vice direttore di Finco, che supporta la segreteria tecnica di Confimi Edilizia. "Ci sarebbe un lungo elenco di azioni e misure necessarie per il comparto, ma abbiamo gli occhi puntati sull'emergenza che ci ha colpiti, e dopo aver osservato un religioso lockdown, la priorità assoluta è riaprire i cantieri, speriamo fortemente già dal 27 aprile, con condizioni chiare, condivise e univoche, per gestirli in sicurezza, altrimenti si rischia di perdere il 10% del comparto" ha esordito il presidente Ventricelli. La perplessità di Confimi Edilizia è dettata proprio dai molteplici attori coinvolti nella gestione della cosiddetta "Fase 2" e dal timore che possano nascere protocolli discordanti tra loro gettando ancor più in confusione gli addetti ai lavori. "Il riaprire i cantieri, come per gli impianti produttivi, vuol dire, in questo particolare momento storico, affrontare ulteriori costi di messa in sicurezza che per la natura stessa del lavoro già caratterizzano il nostro comparto. Come sarà gestito questo ulteriore approvvigionamento? Sarà tutto a costo delle imprese? Ci saranno dei bonus?" ha domandato Ventricelli al Sottosegretario. Tra le segnalazioni riportare da Confimi Edilizia al Sottosegretario al MIT due grandi vettori: la semplificazione e i pagamenti, spesso troppo lunghi, della P.A. "Il nostro paese necessita di un'attività straordinaria di ammodernamento e messa in sicurezza di infrastrutture strategiche (strade, ferrovie, porti, aeroporti, scuole) che vivono di iter burocratici infiniti, vincoli ai quali talvolta non si viene a capo" ha sottolineato Ventricelli "urge semplificare i processi". Nello specifico Confimi Edilizia non chiede che l'eccezionalità procedurale del Ponte Morandi di Genova diventi una regola, ma reputa impercorribile il sistema farraginoso messo in atto con il codice degli appalti. "Serve uno snellimento poderoso, pur nel rispetto di un equilibrio democratico". Nel ringraziare per la disponibilità il Sottosegretario Margiotta, che si è mostrato attento a tutte le interpellanze, dichiarando già un immediato sforzo del MIT per snellire gli apparati burocratici, il presidente Ventricelli ha chiuso il suo intervento con l'auspicio di una sana e robusta collaborazione con la pubblica amministrazione, che resta il partner più importante per attivare opere di grande rilievo nel settore edile e del suo enorme indotto.
12
Aprile
2024
12 Aprile 2024
"L'Europa ci chiede di rendere Green il nostro patrimonio edilizio. Un
principio ambientale condivisibile e una nuova occasione per le nostre
aziende, ma non si commettano gli errori procedurali del Superbonus".
Così il presidente di Confimi Edilizia Sergio Ventricelli a margine
della decisone dell’Ecofin che ha chiuso il lungo percorso della
direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive) con il no
dell’Italia che ha espresso voto contrario. Una norma quadro che
definirà le regole per la riqualificazione energetica degli immobili di
tutta Europa da qui al 2050.
"Come Confimi Edilizia - continua Ventricelli - abbiamo sempre sostenuto
le giuste azioni per l'efficientamento energetico del nostro patrimonio
immobiliare. Lo dobbiamo anche per i nostri figli e chi verrà dopo di
loro. Pur tuttavia, il voto contrario del nostro paese lascia
intravedere i dubbi relativi all'impatto economico che questo percorso
genererà. Da quanto apprendo, i paesi membri dovranno ora definire dei
piani attuativi per la riduzione dei consumi del loro patrimonio
edilizio residenziale, con il 2050 individuato come anno di
completamento del percorso. E, dunque, si proceda al meglio, lavorando
con qualità e pragmatismo, facendo tesoro dei recenti problemi legati ai
bonus edilizi, strutturando un percorso realmente virtuoso tra politica
e mondo reale. Confimi Edilizia è pronta a dare il suo contributo,
offrendo anche le buone prassi delle proprie imprese, che hanno agito al
meglio in questi anni".
27
Marzo
2024
27 Marzo 2024
Il Consiglio dei Ministri approva a sorpresa un nuovo decreto sui bonus edilizi, portato fuorisacco. Scompare lo sconto in fattura, arriva la dichiarazione preventiva, vengono bloccate le compensazioni con l’agevolazione Ace (che riguarda le imprese), i crediti vengono prima compensati con le eventuali ’cartelle’ degli accertamenti fiscali. Le misure - dice il ministro delle Finanze Giorgetti - «sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità». Di fatto una chiusura sui rischi futuri e i cui effetti attuali «potremo definitivamente - continua il Ministro - contabilizzare tra pochi giorni quando si caricherà la finestra per tutte le fatture e i lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023». La decisione arriva guardando alle nuove previsioni che il governo farà a breve con il Def, in aprile, e per le quali si attende anche la valutazione da parte di Eurostat dei criteri di contabilizzazione dei bonus. Le indiscrezioni parlano di ulteriori sforamenti per 10 miliardi. Salta anche la regolarizzazione “in bonis”, con mini sanzioni, previste per mancate comunicazioni fino al 15 ottobre. C’è poi la comunicazione preventiva «per avere - prosegue il Ministro - un monitoraggio anticipato del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate». I crediti, poi, verranno sottratti prima dai “debiti”, cioè dai ruoli iscritti nelle cartelle esattoriali in via definitiva. E poi arriva una nuova limitazione che blocca un meccanismo di frode appena individuato: «C’è la limitazione della cessione del credito Ace, perché abbiamo iniziato a notare un utilizzo fraudolento su questa agevolazione che peraltro è eliminata dalla riforma fiscale», conclude Giorgetti.