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NOTIZIE

05 Agosto 2020

SBORDONI (CONFIMI EDILIZIA) SU DL SEMPLIFICAZIONI

"Ulteriori vincoli alla rigenerazione urbana, penalizzate innovazione e sostenibilità"

"In un decreto che dovrebbe semplificare le procedure è un paradosso trovare nuovi vincoli e passaggi amministrativi che non solo ingessano il settore edile ma che risultano perfino in contrasto con le direttive Ue sul tema della sostenibilità degli edifici obsoleti". Commenta così Alessandro Sbordoni vicepresidente di Confimi Industria Edilizia le novità introdotte nel DL Semplificazione alla voce "Semplificazione e altre misure in materia di edilizia per la ricostruzione pubblica nelle aree colpite da eventi sismici". "L'aver equiparato i perimetri delle zone omogenee A a quelli dei centri storici – sottolinea Sbordoni – non solo limita i professionisti nello svolgimento del loro lavoro ma danneggia i cittadini a non poter usufruire degli effetti di innovazione e sostenibilità legati alla rigenerazione urbana". E continua il vicepresidente di Confimi Edilizia "Chiediamo a gran voce di intervenire perché diversamente gli edifici deteriorati rimarranno tali perché nessuno avrebbe interesse ad intervenire, con gravi ripercussioni sul piano economico e occupazionale". Scendendo nel particolare e volendo citare il testo oggetto dell'allarme lanciato dalla categoria edile della Confederazione, l'attuale stesura dell'art. 3 del D.P.R. 380 alla lettera d), recita: “.....Rimane fermo che, con rifermento agli immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004 , n. 42, nonché a quelli ubicati in zona omogenea A, gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto ove siano mantenuti sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell'edificio preesistente e non siano previsti incrementi di volumetria.” "È evidente – rimarca Sbordoni - che questa nuova enunciazione, che vede stringere i vincoli per gli immobili situati nelle aree con vincolo paesistico e di quelli in zona omogenea "A" finirebbe con il paralizzare qualsiasi attività legata alla rigenerazione urbana" e continua "in caso di demolizione e ricostruzione infatti si sarebbe costretti a rispettare quelle caratteristiche dell'edificio preesistente come sagoma, prospetti, sedime, caratteristiche planivolumetrica e tipologiche, senza quindi consentire alcun tipo di variazione". “Ulteriore complicazione" spiega Confimi Edilizia "sta nell'aver equiparato i centri storici e le zone connotate di propria identità caratterizzate da una prevalente funzione abitativa (zona A), con i nuclei storici, che possono essere sparsi su tutto il territorio nazionale, città, campagne, aree marittime o montuose". "La tutela di questi edifici è già disciplinata dalla Soprintendenza e dai piani regolatori, non occorre fissare ulteriori paletti, piuttosto si intervenga con le dovute modifiche o si danneggerà il settore penalizzando anche la qualità della vita dei cittadini”

ULTIME NOTIZIE

12 Aprile 2024

CASE GREEN: “UN’OCCASIONE, MA NON SI COMMETTANO I RECENTI ERRORI”

Così il presidente di Confimi Edilizia Ventricelli, dopo la decisione dell'Ecofin

"L'Europa ci chiede di rendere Green il nostro patrimonio edilizio. Un principio ambientale condivisibile e una nuova occasione per le nostre aziende, ma non si commettano gli errori procedurali del Superbonus". Così il presidente di Confimi Edilizia Sergio Ventricelli a margine della decisone dell’Ecofin che ha chiuso il lungo percorso della direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive) con il no dell’Italia che ha espresso voto contrario. Una norma quadro che definirà le regole per la riqualificazione energetica degli immobili di tutta Europa da qui al 2050. "Come Confimi Edilizia - continua Ventricelli - abbiamo sempre sostenuto le giuste azioni per l'efficientamento energetico del nostro patrimonio immobiliare. Lo dobbiamo anche per i nostri figli e chi verrà dopo di loro. Pur tuttavia, il voto contrario del nostro paese lascia intravedere i dubbi relativi all'impatto economico che questo percorso genererà. Da quanto apprendo, i paesi membri dovranno ora definire dei piani attuativi per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale, con il 2050 individuato come anno di completamento del percorso. E, dunque, si proceda al meglio, lavorando con qualità e pragmatismo, facendo tesoro dei recenti problemi legati ai bonus edilizi, strutturando un percorso realmente virtuoso tra politica e mondo reale. Confimi Edilizia è pronta a dare il suo contributo, offrendo anche le buone prassi delle proprie imprese, che hanno agito al meglio in questi anni".

27 Marzo 2024

SUPERBONUS, STOP A SCONTO IN FATTURA E CESSIONE DEL CREDITO

Il Consiglio dei Ministri approva a sorpresa un nuovo decreto

Il Consiglio dei Ministri approva a sorpresa un nuovo decreto sui bonus edilizi, portato fuorisacco. Scompare lo sconto in fattura, arriva la dichiarazione preventiva, vengono bloccate le compensazioni con l’agevolazione Ace (che riguarda le imprese), i crediti vengono prima compensati con le eventuali ’cartelle’ degli accertamenti fiscali. Le misure - dice il ministro delle Finanze Giorgetti - «sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità». Di fatto una chiusura sui rischi futuri e i cui effetti attuali «potremo definitivamente - continua il Ministro - contabilizzare tra pochi giorni quando si caricherà la finestra per tutte le fatture e i lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023». La decisione arriva guardando alle nuove previsioni che il governo farà a breve con il Def, in aprile, e per le quali si attende anche la valutazione da parte di Eurostat dei criteri di contabilizzazione dei bonus. Le indiscrezioni parlano di ulteriori sforamenti per 10 miliardi. Salta anche la regolarizzazione “in bonis”, con mini sanzioni, previste per mancate comunicazioni fino al 15 ottobre. C’è poi la comunicazione preventiva «per avere - prosegue il Ministro - un monitoraggio anticipato del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate». I crediti, poi, verranno sottratti prima dai “debiti”, cioè dai ruoli iscritti nelle cartelle esattoriali in via definitiva. E poi arriva una nuova limitazione che blocca un meccanismo di frode appena individuato: «C’è la limitazione della cessione del credito Ace, perché abbiamo iniziato a notare un utilizzo fraudolento su questa agevolazione che peraltro è eliminata dalla riforma fiscale», conclude Giorgetti.